domenica 13 marzo 2022

Domenica 13 Marzo

 Oggi ho visto un piccione morire


Nel traffico della città, su una strada piena di auto, 

in riva al mare, tra la gente che passeggiava e si godeva il primo sole caldo di questo lungo inverno.

Lui moriva


Attraversava la strada, lento, con le piume stropicciate, 

l'ho visto ed ho pensato "poverino, si vede che non sta bene", e nello stesso secondo una vettura, 

in svolta, senza accorgersene, lo ha fagocitato nelle sue ruote. 

In un solo secondo, lui moriva.


Le sue piccole carni, miste alle ossa e alle piume, sull'asfalto caldo. 

Non una goccia di sangue.


E' solo un piccione. 

Era solo un piccione. 


Sono sempre stata angosciata dall'idea di svanire nel nulla, cosa che prima o poi accadrà.


E guardando il telegiornale, durante un'intervista ad una curatrice di mostre d'arte, ho pensato

"non so minimamente chi sia l'artista che lei sta ricordando",

ecco, uno famoso, uno che ha creato qualcosa che molti ricorderanno, 

io no, 

per me lui non esiste, non è mai esistito. 


E se anche una persona che ha fatto qualcosa di degno di nota, è affidata all'oblio, 

chi sono io per essere ricordata?


Vivere per morire.

Nulla piu.


Conserviamo nei cuori il ricordo delle persone amate, e che non ci sono piu.

Ma poi passa, poi finisce. 

Le successive generazioni non sapranno nulla di noi, di chi siamo, di cosa amiamo, per cosa lottiamo. 

E questo renderà vani i nostri sforzi, saranno vani per noi stessi.


Non oso immaginare cosa significhi vivere la guerra. 

Vedere morire davanti agli occhi, e senza motivo, persone conosciute e sconosciute. 


Soffro per la morte di un piccone.

So che la mia vita non sarà la stessa, 

una piccola crepa sul cuore si è formata, ed io non dimentico. 


Come non dimentico la lumaca che per distrazione uccisi camminando,

come non dimentico le scene orribili degli allevamenti che ho visto, 

delle ingiuste, delle atrocità. Semplicemente sono li, nel mio cuore, nella mia testa. 

E probabilmente mi impediscono di essere felice davvero, perchè non esiste felicità assoluta, non può esistere. 


Non posso gioire di un bambino nato se contemporaneamente ne stanno morendo centinaia. 

Non posso gioire di una vittoria, se contemporaneamente ci sono perdite. 


Io lo ricorderò, 

con tutta la tenerezza che posso. 

Ricorderò il brutale atto della morte che si impone in una meravigliosa giornata di sole. 

domenica 23 maggio 2021

Pensieri sulla morte

 In questi giorni penso spesso alla morte

ho passeggiato per il cimitero e ho ragionato sull'inutilità della guerra

tanti, troppi ragazzi, a volte foto, la maggior parte delle volte nomi, e spesso lapidi rotte, della guerra del 15-18...

e poi ci sono le cappelle di famiglia

persone nate nel 1800...

dalle foto guardo i loro visi,

e trovo bimbi morti a 2 anni... leggo le date dei parenti, per capire chi di loro ha pianto il bimbo..

e chi ha avuto la fortuna di lasciarlo prima di soffrire un lutto cosi grande.

in una cappella ho trovato tre fratelli, nati negli anni 1960 circa, chi piu chi meno, uno morto a 8 anni, uno a 12, uno a 16...

eppure in quegli anni non si moriva cosi facilmente, insomma... mia madre è nata in quegli anni.


Penso ai corpi

che si decompongono sulle ossa

giorno dopo giorno

penso alla vita degli altri che non cambia

cambia solo per chi soffre quelle perdite

ma la tv continua a trasmettere il palinsesto stabilito

il sole continua a sorgere

la gente a mangiare la pizza


La morte mi spaventa

l'idea di esserci e poi di venire messa in uno di quei loculi...

ci sono loculi in zone buie del cimitero...

non voglio finire li


Chissà se essere cremati è meglio...

parlo di cosa fare di un corpo, come se si sentisse dolore, 

come se fosse importante


mi domando cosa penserebbero gli alieni dei nostri cimiteri...

nomi e cognomi, date di nascita e morte, e le foto...

nelle foto di una famiglia quasi tutti gli uomini avevano il cappello,

la cosa mi ha fatto sorridere.


Chi sceglierà la mia foto? e mi piacerà?  forse dovrei sceglierla io, 

cosi, tanto per essere sicura che mi piacerebbe, tanto per essere ricordata bene, come voglio io.


Ho letto una lettera incisa sulla pietra, dei nipoti per il nonno sulla sua lapide, 

e mi è piaciuta.

Mi piacerebbe se ci fosse qualcosa a parlare di me, 

se ci fosse scritto qualcosa che faccia capire chi ero, cosa ho fatto, cosa ho pensato..

sarebbe bello trovare un po delle vite di chi è li, oltre i loro nomi e le loro facce.


Simona, ha creduto nei diritti degli animali, e si è battuta per il rispetto di ogni essere senziente.

Non schiacciava le formiche quando camminava, e ha cercato di condurre una vita senza plastica.

Ha lavorato duro e con passione, ha amato i genitori e le vacanze in grecia. 

Lascia tre gatti.


Direi che ci sta, almeno la gente passando nel cimitero potrebbe dire "peccato, che bella ragazza, e quanti valori"..

come se servisse a qualcosa, 

ma già l'idea di essere ricordata in qualcosa, per qualcosa di mio, mi rende la terra piu lieve.


Quante persone sono vissute prima di noi,

hanno camminato per le nostre strade, vissuto dove ora siamo noi, 

quanti pensieri ci sono stati, prima dei nostri.

Intere generazioni e famiglie volate via.

Che senso ha?

Facciamo tutto per poi sparire.

E' triste pensare che nessuno ricorderà il nostro nome, 

la nostra faccia, i nostri pensieri.

I miei pensieri mi distruggono, le mie idee, le mie lotte, certo, non sono Maria Teresa di Calcutta, 

ma non sono neanche una che vive per consumare aria,

insomma...merito un ricordo. 

Forse farò costruire una statua, in mio ricordo.

Cosi quando le generazioni future la troveranno, cercheranno di capire chi io fossi, 

magari qualcuno collegherà la mia statua a questo blog e allora sarò ricordata.


Magari qualcuno scriverà una tesi universitaria sulla paura dell'oblio, 

sulla necessità di essere ricordati, e parlerà di me. 

Una persona qualsiasi, tra tutte le persone qualsiasi.


Quante cose ci aspettano nel futuro... non lo sappiamo.

possiamo immaginarlo, possiamo intuirlo, ma in realtà non sappiamo nulla.

So che ad un certo punto della mia esistenza, se tutto va bene, i miei genitori verranno a mancare,

e una parte di me enorme finirà con loro.

So che potrei morire in un incidente, come accade a tante persone ogni giorno,

so che potrei soffrire di qualche malattia...

sono un po depressa forse a far questi pensieri?


Ma ciò non mi spinge a "godermi la vita", mi paralizza.


Ci affanniamo per raggiungere un unico obiettivo comune: morire.

Possiamo arrivarci migliorando il mondo nel frattempo, o come delle merde egoiste,

pensando solo a noi stessi e "godere"... ma li arriveremo, solo li, tutti.


E allora forse dovrei impegnare il mio tempo per accettare la cosa...

forse per questo gli anziani vanno a messa, ma a me non basta recitare parole uguali e fini a se stesse.

Credere nel dopo-morto aiuta, sicuramente c'è molto che ad oggi non capiamo,

che non sappiamo spiegare... non so se lo spero.

Non so se vorrei finire, come una luce che si spegne,

o che ci sia altro dopo, la possibilità che questo altro sia meraviglioso o terribile sono pari.

Nell'incertezza non vorrei saperlo.


Pensare che qualcuno, se dovessi morire, leggerà queste parole, 

magari le leggeranno al telegiornale, in ricordo di me..

beh, vorrei dire grazie.

Se qualcuno avrà il pensiero di me nel cuore, 

se ogni tanto, nella loro esistenza, penseranno a me...non troppo, vorrei che chi mi ama vivesse una vita felice,

vorrei che mettessero in pratica i miei valori, e non che distruggessero le loro vite nel dolore..

ecco, magari potreste diventare vegani...sai mai che mi reincarno in un maiale o in un pesce, non vorrete mica mangiarmi!!!

Vorrei essere un ricordo felice, 

un ricordo che fa ridere, 

come io ricordo chi mi ha lasciato, vorrei essere ricordata per i miei difetti, 

perchè ne ho tanti, e sono solo miei.

La bellezza è di tanti, la simpatica, l'essere una brava persona...

ma il carattere difficile, contraddittorio, esplosivo...le parolacce, le incazzature, il tutto contrario di tutto...

sono io: voilà!


Forse sulla lapide dovrebbero scrivere:

Simona, animalista e ambientalista (vera, non quelli che comprano il daxan in flacone e poi fanno i radical chic con le posate di mais)

si incazzava in un attimo e le partiva il dialetto napoletano misto barese, romano e a volte milanese.

Bella piu di tante altre (e mettiamocelo),molto intelligente (si,esatto), credeva nell'abolizione del suffragio universale.

Ha desiderato sposarsi ed avere figli, ma siccome troppo intelligente (vedi sopra)ha trovato il modo per boicottare i suoi stessi desideri.

Amava il mare ma aveva paura dei mostri marini che potevano uscire dall'acqua.

Amava i gatti.


Ben fatto, ora non mi resta che cercare la foto. :)


E come si dice in questi casi, se non dovessimo rivederci

"buongiorno, buonasera e buonanotte"!




venerdì 5 giugno 2020

La briciola del male

In questi giorni, come in tanti altri nel passato,
stiamo assistendo ad atti di violenza nei confronti di esseri umani e di animali, che scuotono ancora una volta le nostre coscienze.
Leggo post sui social di amici e conoscenti indignati, affranti, arrabbiati, smarriti, di fronte a tante crudeltà e questo non può che
farmi piacere, di essere circondata da persone intelligenti e sensibili e che dedicano un minuto del loro tempo
per ragionare su ciò che li circonda e che considerano sbagliato e da cambiare.

Quello che però mi lascia perplessa, è che le cattiverie che vengono contestate sono spesso additate come "senza motivo".
La morte del ragazzo nero per soffocamento dall'agente americano? Non c'era motivo di ucciderlo.
L'elefantessa gravida uccisa con l'ananas con i petardi? Non c'era motivo di ucciderla.
E ciò ci unisce nella considerazione che queste morti siano ingiuste, perchè non motivate, per noi.

La motivazione dell'agente potrebbe essere il razzismo, l'eccessivo zelo senza rendersi conto di quello che facesse,
la morte dell'elefante potrebbe essere per puro divertimento; questa è una motivazione. Per noi follia, ma lo è.

E arrivo al punto.
Mangiamo carne.

Eh già, proprio quello che non volete leggere.
Ma fatelo vi prego.

Mangiamo carne perchè ci serve.
Mangiamo carne perchè ci piace.
Mangiamo carne perchè lo abbiamo sempre fatto.
Mangiamo carne perchè non vogliamo essere discriminati nella nostra famiglia, o dagli amici.
......

Il punto è che mangiare carne significa recludere, torturare, impaurire, UCCIDERE.
E le nostre motivazioni, reali o no, sono solo motivazioni.
La morte per causa delle nostre scelte è un dato di fatto, e non possiamo nasconderci dietro le motivazioni.

Non mangio carne da 10 anni,
e come me tantissimi amici e conoscenti.
Stiamo bene, molto bene.
I nostri figli stanno bene, molto bene.
Nei ristoranti mangiamo sempre, hanno tante scelte per noi.
I nostri parenti ci hanno accettati, alcuni hanno condiviso la nostra scelta.
I nostri amici ci hanno derisi, e poi capiti, rispettati, alcuni hanno condiviso la nostra scelta, anche dopo anni.

Io non sono migliore di chi mangia carne, non lo sarò mia.

Ma sento il bisogno di fare breccia nel cuore di chi ha già la luce della sensibilità nel suo cuore.
Il senso di giustizia, la consapevolezza che uccidere è sbagliato, sempre. E non esistono motivazioni reali per uccidere,
lo sapete bene dentro di voi, dietro i muri di scuse che raccontate a voi stessi.

Al supermercato, oggi, passate oltre il banco della carne,
guardate quanto cibo c'è.

Il male ha tante forme, non dobbiamo lasciare che cresca dentro di noi, in nessun modo.

La presa di coscienza generale e condivisa che il male non deve e non può avere giustificazioni e motivazioni,
è il primo passo verso la giustizia.

E ora la bomba:
non c'è differenza tra chi uccide per sadico piacere, e chi lo fa per mangiare quando ha disposizione una quantità infinita di cibi.

Non siete su un'isola deserta.
Non siete leoni.
Non siete il passato.

Siete voi, nuovi; siate voi nel futuro.

Un bacio,
Simona


lunedì 17 ottobre 2016

Non fatevi fregare

E' innegabile, la situazione economica attuale in Italia non è delle migliori.
Sentiamo troppo spesso parlare di "crescita", e pensiamo che sia questa crescita che ci aiuterà; ci hanno detto che se c'è crescita, allora c'è lavoro per tutti; ci hanno detto che il lavoro ci rende felici, che il lavoro è la prima cosa che serve nella vita.
E a cosa serve il lavoro?
Partiamo dalla spiacevole constatazione che la maggior parte di noi facciano lavori utili ma non "il lavoro piu bello del mondo" o quello che li rende realmente realizzati. Per esempio, lavorare alle poste non credo sia cosi gratificante come viaggiare per il mondo per scrivere le guide lonely planet...
però c'è bisogno delle poste, c'è bisogno di commessi, c'è bisogno di operai, decisamente più che di ballerini o viaggiatori. Poi ovvio, ci sono medici, avvocati, architetti, che con anni di studi e spesso sacrifici, probabilmente svolgono lavori che li appassionano anche.
Insomma...dove voglio andare a parare?
Il lavoro è necessario per vivere, perchè ci consente di guadagnare e di PAGARE, quello che ci serve e che non ci serve ma lo vogliamo.
Stavo considerando proprio questo ultimo aspetto, il pagare per quello che non ci serve.
Va bene l'affitto, va bene le bollette (che dovrebbero essere inferiori certo), ma troppo spesso mi capita di sentir parlare di "povertà" con una louis vitton al braccio, sicuramente falsa eh, ma che sarà costata almeno una ventina di euro in più di una borsa senza marca.
Il discorso è ampio e devo tenere ordine dei pensieri, per non confondere tutto.
Apriamo i nostri armadi. Quanti cappotti abbiamo? Quante borse? Quante scarpe? Quanti bracciali, anelli, quanti rossetti o orologi?
Quanti mobili, quanti elettrodomestici, quante posate? Quanti contenitori, quanti scatoloni, quanti vestiti "delle occasioni"?
Frequento da un pò di tempo alcune pagine su facebook, sono pagine di acquisti dalla cina di prodotti a basso prezzo, spesso sono copie di prodotti famosi. Ho notato che molti partecipanti a queste pagine si esaltino nel mostrare lo screnshoot del loro carrello sui sito, che mostra quanti acquisti hanno fatto e quanti pacchi stanno aspettando. La maggior parte supera le centinaia. Centinaia di oggetti, spesso cavolate come braccialetti o mestoli di plastica, che viaggiano verso le loro case, e riempiranno i loro cassetti.
Non sono contraria all'idea in se per se, io ho acquistato un'inutile ma bellissima cover per il telefono. Non ho un cellulare molto famoso, per cui i negozi in italia non hanno cover divertenti, ma solo quelle monocolore tristi che neanche mio nonno...certo, mi serve una cover?  anzi, mi serve un cellulare?
eh...
Ma torniamo al gruppo, oltre a questi acquisti che definirei compulsivi, molti utenti acquistano copie di prodotti famosi, sto parlando di borse e scarpe principalmente. Tutti uguali, tutte le stesse marche, tutti gli stessi colori...dicono che siano belli... io credo che l'omologazione stia uccidendo il gusto personale di ognuno.
La cosa assurda è che per acquistare questi prodotti copia sono disposti a spendere anche centinaia di euro (a fronte delle migliaia degli originali)... ma io, in un negozio ho trovato un paio di scarpe a 2,75 euro. Sono delle semplici scarpe tipo da tennis in stoffa. Mi coprono i piedi, sono carine, sono comode. Forse nella mia ingenuità ho pensato di fare un affare, anche queste scarpe arriveranno probabilmente dalla cina e il prezzo cosi basso nasconderà lo sfruttamento di milioni di lavoratori.

Conosco una ragazza che ha fatto un finanziamento per acquistare l'ultimo iphone. Perchè lo ha fatto?
Ne ha davvero bisogno? Indebitarsi per avere un telefonino? Quando ce ne sono centinaia che hanno le stesse funzioni a prezzi inferiori?
Io quando ho acquistato il cellulare nuovo (poichè il vecchio si era rotto) l'ho acquistato con l'offerta della bicicletta, ovvero con il telefono ho avuto una bicicletta che mi serviva perche me l'avevano rubata. Ma che in realtà non mi serve perchè sta ferma in garage e non la uso mai.

Non sono perfetta, anzi. Cado anche io nel raggiro del "mi serve" quando invece non è vero.
Siamo diventati schiavi del comprare roba che non ci serve.
Noi lavoriamo per pagare oggetti che finiranno nei nostri cassetti insieme a tante altre cose.
E' ovvio, non possiamo ridurre la vita alla necessità, c'è anche tanta bellezza e la futilità rende la vita più colorata, ma secondo me stiamo esagerando!
La mia padrona di casa mi ha chiamato per chiedermi di mettere nel box auto i vestiti che i suoi figli non usano!  Ma darli via?
Accumuliamo, a volte con la scusa che potranno tornarci utili, ma invece siamo solo legati a quegli oggetti, immotivatamente.
A partire dal vestito da sposa (ora mi attirerò tante critiche): secondo me, uno degli oggetti più inutili e costosi che ci siano al mondo! Centinaia di euro (spesso migliaia) per un vestito da principessa (che poi perchè dobbiamo essere delle principesse), e che resterà chiuso nell'armadio PER SEMPRE!
Molte diranno : ma è un ricordo! No, un ricordo è una foto, un ricordo è un ricordo. Non possiamo fare di tutti gli oggetti della nostra vita dei ricordi ingombranti!

L'industria non fa altro che lavorare a nuovi prodotti, nuove tecnologie, nuovi bisogni che noi vorremo e pagheremo, ma che non ci servono.
Volevo comprare una macchina per il caffè di quelle a capsule. Ora c'è il boom, e in effetti è comoda, perchè senza fatica e senza sporcare nulla, in un minuto esce un ottimo caffè.
Poi ho ragionato. Ma davvero mi serve? Davvero voglio spendere 100 euro o poco meno per una macchina di plastica e alluminio (inquinamento e spreco di risorse), per fare un caffè da una capsula (di plastica), per non aprire la moka e metterci dentro la polvere di caffè?
No, non va bene.
E se pensate che si smette di comprare allora il mercato va in crisi, io vi rispondo che non è cosi. Pensate a cosa vi serve davvero: mangiare, avere un tetto, avere una scuola per i figli e i medici.
Tutto il resto è fuffa.
Pensate alla distribuzione del lavoro in modo diverso: meno ore di lavoro per tutti, più tempo per vivere, stare con la famiglia, viaggiare, dormire, dipingere, chiacchierare e bere caffè.
L'ambiente è al collasso. Abbiamo miliardi di industrie di cose inutili, che acquistiamo compulsivamente e che ci costringono a lavorare come schiavi per acquistarle.
Lo stesso vale per il cibo, mangiamo troppo e troppe cose che non servono al nostro nutrimento, anzi, spesso ci fanno male: zuccheri, carne, latticini, quando potremmo e dovremmo nutrirci di legumi,  verdure, dolci naturali come la frutta e gli sciroppi vegetali.
La mia proposta non è una vita di rinunce, ma di consapevolezza. Ognuno dovrebbe guardarsi dentro e chiedersi  "che cosa mi serve davvero"? cosa mi resterà quando sarò anziano? tante borse firmate nell'armadio o tanti ricordi (veri) di vita vissuta in esperienze ed emozioni?
Non fatevi fregare.




lunedì 4 luglio 2016

Scusate per la pancia

Se ci vediamo brutte allo specchio è perché lo siamo.
Mettiamo in chiaro una cosa: la pancia è il male. 
Non importa se abbiamo 1 cm di rotolino quando ci pieghiamo ad allacciare le scarpe, o tre rotoli di diverse misure anche quando ci tiriamo in alto con le braccia per il saluto al sole; abbiamo la pancia e facciamo schifo. 
Le cause possono essere svariate, mangiamo troppo, siamo sedentarie, è costituzione, abbiamo le ossa grosse, ci odiamo, non abbiamo tempo, soffriamo, dobbiamo recitare la parte della palla dell'albero di natale per fine anno, non importa: siamo grasse. 

Ecco, io vorrei sapere precisamente QUANDO abbiamo smesso di rappresentare l'abbondanza, la fertilità, la bellezza della donna sinuosa grazie a cui è nata la danza del ventre, per diventare semplicemente, e senza diritto di replica, ciccione.
Dobbiamo convivere con le lusinghe di donna burrosa, morbida, tanta… che non ci fregano per nulla, ma sorrideremo lo stesso, e meno male che ci sono le tette. 
Se poi non abbiamo neanche quelle ma solo tanta pancia, allora siamo proprio delle sfigate e facciamo ancora più schifo. 
Abbiamo associato la forma del nostro corpo alla frutta, ma si sa, la frutta sono zuccheri, e gli zuccheri fanno ingrassare. 

Quando è successo che gli uomini hanno iniziato a guardarci la pancia?
E quando è che abbiamo iniziato noi a guardarci la pancia?
Mi ricordo che una volta si diceva "che begli occhi che hai?"… ed in effetti mettevo le lenti azzurre perché i miei occhi neri erano così … "neri"…
poi ho scoperto che il nero è il colore più raro, forse solo dopo gli occhi viola… e allora me li sono fatti andare bene… però se fossero stati azzurri sarebbe stato meglio. Così come sarebbe stato meglio prendere la pancia da mio padre, che fino a qualche anno fa sembrava essere denutrito nonostante gli etti di spaghetti serali…beato lui… però poi sarei stata senza tette, perché non è che posso prendere solo quello che mi pare, e allora la mia vita sarebbe stata diversissima perché il mio punto forte sono sempre state le tette… che hanno confuso e spostato l'attenzione da lei, dalla bastarda, dalla pancia. 

In effetti in palestra non ci vado, e dopo che ho visto una foto al mare con un po di cellulite la mia vita non è più stata la stessa. 
Ovunque mi giri vedo solo strafiche senza pancia e con i culi sodi, oppure ciccione flaccide che vincono per simpatia (si, certo), perché quelle magre e fighe, si sa, sono antipatiche e stronze. Forse perché la ghiandola della simpatia sta nella pancia, quindi se non ce l'hai cazzi tuoi. 
E insomma il casino è che non siamo obese, perché parliamoci chiaro, quella è una vera malattia che va guarita e purtroppo tante persone sono proprio loro la causa del loro male. 
Ma noi? Che abbiamo fatto noi?
Abbiamo rinunciato all'ultima fetta di pizza guardando il fidanzato con occhi d'amore dicendo "dai amore, mangiala tu"… e intanto lui era fesso e contento pensando al nostro gesto, e noi sornione, che lo facevamo solo per la pancia. 
Qualche volta abbiamo anche seguito i video palestra fai da te, ma non prendiamo in giro, che due palle. 
Alla fine non siamo così grasse da impegnarci sul serio, ci basta lamentarci.

Ma chi lo ha deciso che la pancia sia un difetto?
Il senso estetico comune? Non è forse condizionato?
Questa storia della magrezza ci è entrata talmente dentro che pensiamo sia un nostro pensiero, partorito dalla nostra mente, dal nostro senso estetico, e invece non è così. 
Non è così perché capita di incrociare lo sguardo di un ragazzo sovrappeso e di pensare "però è carino!"… e poi di non capire che cavolo ci è preso! E' grasso!
O di guardare il culo di quella ragazza non proprio taglia 40 e di non riuscire a togliervi lo guardo… 
Che sia il senso primordiale, l'istinto alla bellezza, al piacere, che non possono essere spiegati ne classificati in taglie?
Troppo semplicistico?
Cazzo, anche io che so di essere in una società che ha schematizzato i miei gusti, vorrei essere più magra! Ma perché?! 
Cambierebbe qualcosa se il mio futuro marito mi tradisse con una magra o con una grassa? Se fossi magra sarei al sicuro dal suo tradimento?
E come fanno le coppie miste (grasso-magro) ad amarsi? Perché si sa che due grassi stanno insieme solo perché non possono permettersi di meglio, vero?
Quanto siamo piccoli. 

Possibile che se siamo in salute, felici, rilassati, dobbiamo sentirci incompleti se abbiamo qualche rotolino o se non siamo palestrati? I palestrati sono felici?  

Lo stesso discorso non vale per il culo invece, perché il culo è più libero di essere come vuole! Ci sono estimatori di culi grossi, di culi pompati, di piccoli culi. Ce ne sono di ogni tipo, ogni gusto, ed è giusto che sia così! 
Forse anche le tette sono un po più libere, anche perché la chirurgia plastica oggi è uno scherzo, vai, pompi e torni a casa!
E invece la pancia no, se vuoi togliere la pancia devi soffrire ore di esercizio, giorni di digiuno, e non sei neanche sicura del risultato… ma chi ce lo fa fare!
Eppure è un dato di fatto, la pancia fa schifo e se abbiamo la pancia facciamo schifo anche noi, non importa se abbiamo il viso di una bambola di ceramica o se siamo dottori, astronauti, mamme, premi nobel…. quello che importa è la pancia!
In effetti è molto difficile accettarci, e non saremo mai felici finchè avremo la pancia, ma la cosa peggiore sapete qual è?


Che semmai la elimineremo ci sarà la possibilità di essere ancora infelici, e li saranno cazzi amari. 


mercoledì 18 novembre 2015

La felicità

In questi giorni mi ritrovo ad avere molto tempo per me. 
Non ho nessuna voglia di uscire, anche perché fa freddo, e ho un bel po di tempo per organizzarmi la vita. 
Organizzarmi la vita mi è sempre piaciuto, mi piace un pò meno vivere in effetti; mi spiego: mi piace scrivere sull'agenda nuova di pacca, cose da fare, posti da vedere, persone da incontrare, aerei da prendere… ma spesso mi ritrovo ad aggiungere puntini sospensivi con (tra parentesi) "domani", "forse", e a spostare i post-it da una pagina all'altra dell'agenda…rimandando….rimandando…dimenticando.
Così ho visto online tutte le agende delle donne super-impegnate ma sempre molto molto molto creative, piene di annotazioni, di impegni, di foto, di stickers colorati… e allora li ho acquistati anche io questi stickers: faccine allegre, cuoricini, stelline, fiorellini…e chi più ne ha più ne metta. Bellissimi, senza ombra di dubbio. 
Così è arrivato il momento di scrivere qualcosa su questa agenda… mmm, vediamo… ceretta, si, ceretta fatta, bene, mettiamo una faccina felice. 
E poi sono riuscita a fare quel dolce vegano e senza glutine… tanti asterischi e faccina felice. … I cuoricini per cosa posso usarli? Vabbè, li metto quando faccio sesso… così mi ricordo di averlo fatto…mi servirà? Boh.
Insomma sono giorni che faccio questa agenda ma è sempre un è pò spoglia… possibile non abbia molte cose da fare e quindi da scrivere?
Così mi sono dedicata alla Happiness Jar… ho letto per caso di questo cosa. Si tratta di un vaso di vetro in cui mettere ogni giorno un bigliettino con la data e la cosa più bella che mi è accaduta durante il giorno. 
A parte il fatto che i cinesi mi hanno chiesto 20 euro per un vaso di vetro col coperchio (come quelli delle foto fighe online), così ho declinato su una bottiglia di vetro della passata di pomodoro finita che anche se ho lavato, puzza un pò; non sarà estetica, ma almeno è economica, e poi non so neanche se porterò a termine questa cosa della happiness jar. 
Insomma, ogni giorno devo scrivere qualcosa di bello che mi è successo: da un incontro, ad una sensazione, qualsiasi cosa mi abbia dato un sorriso… e vuoi che in una giornata non ci sia almeno una cosa che mi abbia fatto sorridere?
Ehm… forse dovrei spiegare che sono una persona tendenzialmente pessimista. 
In effetti mi ritengo estremamente realista e molto molto sensibile, quindi gli eventi del mondo circostante non solo mi interessano e mi intristiscono, ma mi restano anche incollati come delle zecche, e mi appesantiscono le giornate tornandomi in mente in continuazione. Vivere così è abbastanza difficile, ma preferisco questo al riempirmi la testa con domande del tipo "di che colore metto lo smalto oggi?", come unica preoccupazione. 
E quindi ho cercato di trovare ogni giorno qualcosa di bello da poter scrivere su questi cavolo di bigliettini della happiness jar, ma devo dire che è davvero difficile, e soprattutto mi veniva d'istinto scrivere le cose negative che mi erano successe. 
E allora mi sono detta: ma qualcuno avrà creato una Sadness Jar? Cercando su pinterest e su google non ho trovato granché, qualcuno dall'altra parte del mondo l'aveva creata, e non erano vasi di vetro belli e profumati, ma barattoli della nutella finiti o dei sottaceti. Ecco! Dovevo farla anche io la Sadness Jar! 
Ma, se la happiness jar si crea per ricordare le cose belle della vita, magari nei momenti più difficili; a cosa serve una sadness jar? Di certo non ho bisogno di deprimermi per la troppa felicità (cogliete l'ironia?), e quindi non so cosa ne facciano gli altri della sadness jar, io ho pensato di raccogliere un pò di fogliettini in cui scriverò le cose che mi appesantiscono l'anima, e già questo mi aiuterà a sentirmi un pò meno pesante, e poi di bruciarli… nella speranza che questi brutti pensieri possano allontarsi da me, anche se non risolverò certamente i problemi del mondo che mi affliggono, perché non so se ve l'ho detto, ma questi pensieri negativi non nascono da me, dalla mia vita, ma dall'esterno, e con me non hanno nulla a che vedere: parlo di massacri dall'altra parte del mondo, di stermini di animali, di omicidi, di bullismo, di ignoranza e stupidità, di cose che non vengono a rovinare la mia vita direttamente, ma che mi fanno soffrire tanto lo stesso, perché vorrei tanto che il mondo fosse diverso, e non riesco ad accettare di non poter fare nulla. 
Ma tornando a noi e alla mia agenda da decorare, online trovo solo faccine felici, scritte "che bella giornata!" "felicità" e altre cose simili… cose che però, sinceramente, non saprei dove attaccare.
Sarebbe meglio avere degli stickers con scritto "una giornata come le altre", oppure "ho stirato, fatto da mangiare e sceso giù il cane", oppure "che bello stare sul divano"…. insomma, cose mie. 
E su internet vedo gente che si fa foto con mille sorrisi, e scrive "se la vita non ti sorride, falle il solletico"…. a me viene l'ansia, dico sul serio. 
Possibile che davvero ci siano persone che pensano queste stronzate? E le scrivono per comunicarle agli altri? 
Ragazze che scrivete queste cose, se siete single c'è un motivo.   (ovviamente non vale per tutti, ma se non siete amanti del fetish, o odiate le persone in generale, allora si, per voi vale).
…cioè, chiedetevelo: non è che siete delle oche idiote?
Così, giusto per toglierci il dubbio. 

Mi ricordo una sera in cui andai ad una festa di compleanno in un locale di Milano.  Erano amici di amici, ed era abbastanza plausibile sentirmi fuori luogo, 
già non sono chissà quanto interessata alle vite degli altri, poi di gente che non ha alcunché in comune con me… vi lascio immaginare. 
Insomma, per farla breve, neanche loro si divertivano, bevevano, parlavano del più e del meno, la maggior parte del tempo eravamo tutti alienati dai nostri cellulari, poi alla fine uno disse "facciamoci un selfie!" E così ci stringemmo tutti con i bicchieri in mano e sorrisi esplosivi, prima di tornare ai nostri cellulari. 
Che ve lo dico a fare, una vera serata di merda, in cui stare sul divano sarebbe stata l'alternativa vincente, e spesso, molto spesso, è la mia unica alternativa, dopo aver passato troppe serate così, ma questa è un'altra storia. 
Il giorno dopo vidi su facebook quella foto… però, eravamo venuti bene… e i sorrisi sembravano quasi veri… ma quello che mi lasciò sgomenta furono i commenti dei vari partecipanti: "bellissima serata!", "non vedo l'ora di ripetere", "mamma mia quanto ci siamo divertiti"….. eeeeeee? quanto??? Per nulla! E' stata una serata di merda!  …. 
Questa felicità ostentata, questa felicità a tutti i costi, la felicità fatta di "momenti" di cui a quanto pare tutti si accorgono tranne me, la felicità di agende piene di cuoricini e di appuntamenti con amiche fighe, di shopping di minigonne e scarpe con i tacchi che solo i travestiti… e poi l'alcool, fiumi e fiumi di alcool, da mostrare prima di bere…perché l'alcol vuol dire che ci stiamo divertendo…
Addirittura esistono "corsi per essere felici", "libri per essere felici", "coach della felicità", cioè persone che ti insegnano come essere felice! 

Sentite, io andrò avanti con la mia agenda, sicuramente meno colorata delle vostre, in cui segnerò quando mangio, cosa mangio, quelle volte che esco e poi mi mando male perché spendo soldi in scarpe che non indosserò mai, però voi, fatemi un piacere, ogni tanto, guardate fuori dalla finestra, osservate la luce, senza fare foto, senza scrivere post su facebook, senza dire niente. Provate quella sensazione di felicità che solo la luce, la brezza, una musica lontana e l'odore del cibo dalle case degli altri vi danno? Quella felicità non si può scrivere in un bigliettino della happiness jar e non ha un sticker per la mia agenda, anche perché scrivere "ho visto la luce dalla finestra" fa davvero cagare, ma è una felicità piccola ed intensa, che vi consiglio di provare qualche volta, solo per capire cosa è reale. 


martedì 11 marzo 2014

Il cane più bello

Possono essere tante le cose che ci fanno scegliere un compagno.
Tanti aspetti diversi possono attrarci negli altri esseri viventi, ma è innegabile che la bellezza sia la prima cosa ad attrarci, anzi, non la bellezza, ma l'estetica. Se poi questa estetica ci appare gradevole, divertente, armonica, allora diventa bellezza ai nostri occhi. E' ovvio.
La scelta di un compagno alle diverse età cambia. Diamo importanza a fattori diversi, la stabilità, la serietà, la bellezza appunto, la simpatia, la compatibilità, la pazienza, ecc.
Sicuramente tra un compagno senza un occhio ed uno con entrambi gli occhi, sceglieremmo il secondo.
Sicuramente tra un compagno zoppo ed uno normodotato, sceglieremmo il secondo.
Sicuramente tra un compagno incontinente ed uno capace di controllare i propri "flussi", sceglieremmo il secondo.
E sicuramente preferiamo un compagno alla nostra altezza, intesa come altezza fisica.
Insomma, sono poche le donne che amano limitarsi nella scelta dei tacchi. E' ovvio, se ci si innamora di una persona bassa questo aspetto passa in secondo piano, ma se proprio dovessimo scegliere...
Cosi come poche donne sceglierebbero un compagno con pochi capelli, magari con la alopecia a macchie, o un compagno malato.

Perchè sto scrivendo queste cose?
Dove voglio arrivare?
...no, non è della bellezza dell'anima e dell'interiorità che voglio parlarvi, e neanche dell'importanza del carattere.
Ma di due cose che si uniscono: l'etica della scelta applicata ai compagni di vita (umani e animali) e a quanto siamo inconsapevoli di noi stessi.

Nessuno si sorprenderebbe se una persona su una sedia a rotelle si fidanzasse con un'altra persona su una sedia a rotelle. O se una persona down si fidanzasse con un'altra persona down.
E diamo per scontato che una modella debba stare con modello, un'attrice con un attore, e cosi via, nella sagra dell'ovvietà più becera.

Quanto si è disperata la mia povera mamma quando uscivo con ragazzi non laureati, quanto abbiamo discusso del famoso "ceto sociale". Parola che avevo letto solo nei libri di storia, forse nei capitoli precedenti la rivoluzione industriale...

E' ovvio che si aspiri sempre al meglio, è innegabile che ci sia una bellezza oggettiva nelle cose e nelle persone, sarebbe ipocrita negarlo o dimenticarlo. Ma non basta, non più.

Io, che sono animalista, che cane devo scegliere al canile?
Il cucciolo di razza o simil-razza, sano, con un futuro davanti, o il vecchio cane zoppo, malato, puzzolente, senza un occhio?  
State pensando al cane puzzolente? Perchè? Perchè ho detto di essere animalista?
Allora per etica dovrei sceglierlo, no?
Ma voi lo scegliereste? No, perchè non siete animalisti, vero?
(...Bei paraculi siete!)

Una volta i miei genitori mi hanno detto : "trovi i ragazzi come i cani randagi".
Ed è vero.
A differenza delle amiche che conosco, non mi sono mai fermata a pensare che tipologia di persona volevo accanto. Ho lasciato fare al destino. Le persone arrivano da sole, sia che fosse il momento buono, sia che fosse quello sbagliato. Le persone arrivano, non le si sceglie. Almeno questo è quello che credo sia giusto.
Arrivano, ti prendono per mano, a volte ti rubano dalle mani altrui, e iniziano a camminare con te; a volte camminano per una breve strada, a volte per una strada lunga, a volte percorri sentieri bui e tortuosi, a volte autostrade luminose.

Ma noi, io, come siamo? Siamo perfetti? Meritiamo compagni perfetti?

.... mia mamma mi ha sempre fatto credere di essere una stella caduta in terra, di una bellezza unica, con un carattere difficile ma che tutto sommato andava bene perchè la bellezza ne vale la pena, e non si è mai spiegata perchè mi "accompagnassi" con ragazzi difficili, alcuni.
Alla soglia dei trenta posso risponderti cara mamma: sarò anche bella, ma ho un carattere cosi difficile, cosi instabile, cosi brutto, che davvero, non ne valgo la pena. E nella vita ho condiviso la strada con ragazzi instabili come me, che hanno capito i miei disagi, le mie paranoie, che mi hanno placata, o fomentata, ma capita, o negata.
Insomma, non avrò il principe azzurro, e sai perchè? Perchè non sono una principessa!
E se esistesse una persona bella dentro da equiparare la bellezza che tu vedi nella mia estetica, allora sarebbe un uomo zoppo, spelacchiato, con un occhio di vetro, la gobba  e la pelle verde.
Facciamo una via di mezzo tra la realtà delle cose e gli occhi (e le speranze) di mamma?

Quello che a volte crediamo di meritare è al di sopra delle nostre possibilità effettive. Anche il cane di razza, quando scegliamo il chiwawa con gli occhi azzurri e il pelo color avorio, perchè ci sta in borsetta, forse non vorremmo mai sentirci dire "sei troppo grassa per entrare nella mia macchina", come posso portarti comodamente in giro?
Quando scegliamo il cane cucciolo, perchè cosi lo educhiamo come vogliamo noi; come ci sentiremmo a sentirci dire "sei troppo vecchia, non riuscirei a plasmarti ai miei comodi".
Quando scegliamo il cane sano, pulito; come ci sentiremmo nel sentirci dire "hai la febbre due volte l'anno, e non voglio rompermi le palle ad accudirti, poi ti gocciola il naso, e avrai i capelli sporchi",
e ancora "sei femmina, avrai le tue cose, partorirai", e ancora "non sorridi mai, sei musona, hai un'espressione triste"....   si, siamo noi. imperfetti. malati, tristi, bassi, grassi, persone comuni.

Ci opponiamo con tutte le forze ad essere parte del mucchio. Adesso più che mai, con i social network vogliamo farci vedere, essere notati, essere riconosciuti, sollevare la testa cercando di afferrare liane volanti, o arrampicandoci sul corpo degli altri.   
Un flebile tentativo di allontanarci dalla nostra condizione di persone comuni.
Ma non sarà questo a renderci immortali ne perfetti. Non sarà questo a renderci felici.
Se anche le star del cinema vengono tradite e lasciate, allora non è ne la fama ne la bellezza ne la ricchezza a dare la felicità.
Ci stiamo concentrando sulla ricerca sbagliata.

Si accettano suggerimenti per la ricerca della felicità... per adesso respiro, e per tirarmi su dal mucchio mi sollevo sulla punta dei piedi... pare funzioni.